(pubblicato sul Bollettino n. 1/2020 speciale della Camera Penale Veneziana)
Grazie, Monica. Ringrazio la Camera Penale
Veneziana, l’Ordine degli Avvocati di Venezia e tutti quelli che hanno
organizzato questo interessante convegno.
Per me è veramente un privilegio essere
qui e lo dico non come frase di circostanza, perché gli argomenti di cui ci
stiamo occupando mi hanno sempre interessato sin dai tempi dei miei studi
universitari. Io mi sono laureato con una tesi sui diritti degli animali negli
anni Novanta, quando non era così facile poter parlare di questi argomenti,
anzi, all’epoca era certamente considerata come stravagante una tesi di quel
genere. Poi ho continuato, sia come attivista e sia come Avvocato, ad occuparmi
di queste tematiche e da una decina d’anni a questa parte sono il coordinatore
dell’Ufficio Legale Nazionale della Lega per la Difesa del Cane. Seguiamo tutti
i giorni casi come quelli di cui abbiamo sinora parlato, anzi, rispondo alla
collega che voleva sapere che fine avesse fatto quel processo sull’uccisione
dei 750 topolini in un istituto di ricerca abruzzese, che è uno di quelli che
stiamo seguendo: la discussione ci sarà questo giovedì. Il processo si sta
svolgendo davanti al Tribunale di Lanciano e il Giudice lo sta istruendo con
grandissima attenzione. E’ entrato nel dettaglio di ogni questione, ha convocato
ai sensi dell’articolo 507 c.p.p. anche alcuni stabularisti per cercare di
capire in concreto chi avesse dato l’ordine di soppressione di questi 750 topi.
Si è evidenziato in quel processo come in altri istituti di ricerca viene
seguita la prassi, che poi è prevista dalle normative di settore, di cercare
una ricollocazione per gli animali che non vengono utilizzati negli
esperimenti, e questa prassi non era stata seguita. L’unica preoccupazione è
sembrata essere quella di tipo economico. Quindi confidiamo anche in una
sentenza di condanna.
E’ un osservatorio importante quello che
abbiamo noi, perché, con un’associazione che ha cento sedi in Italia, riceviamo
ogni giorno segnalazioni di fatti gravi che riguardano abusi sugli animali. Facciamo
le nostre denunce e successivamente ci costituiamo parte civile nei processi.
Ma non è solo questa la nostra attività. Questa attiene a quello che posso
definire un po’ il lato patologico del nostro lavoro, e cioè quello che
dobbiamo svolgere quando purtroppo non siamo riusciti, nonostante le tante iniziative
che poniamo in campo tutti i giorni, ad arginare fenomeni di violenza contro
gli animali. Credo che questi argomenti avranno sempre maggiore attenzione
perché, seguendo casi di questo tipo ogni giorno, vedo che la sensibilità nei
confronti degli animali è sempre maggiore. Non escludo che si arrivi anche a
una vera e propria codificazione organica sul diritto degli animali, cioè ad un
codice che metta insieme le varie norme, che oggi sono sparse nell’ordinamento
civile, penale, amministrativo, e che se ne faccia addirittura anche materia di
insegnamento universitario. E’ successo in realtà anche in altri settori: il
diritto della navigazione non esisteva come materia di insegnamento fino alla
metà del secolo scorso. Poi, con l’intensificarsi dei traffici commerciali, il giurista
Antonio Scialoja ha avuto l’intuizione di unire le varie norme, penali,
amministrative, civilistiche, che erano sparse nell’ordinamento e che riguardavano
il diritto della navigazione, e il suo lavoro ha poi portato alla formazione
del “Codice della Navigazione”. Da lì è nata anche la relativa materia di
insegnamento universitario.
Peraltro, ad Harvard già si insegna animal
law. I Paesi anglosassoni hanno una maggiore facilità ad adattarsi ai
mutamenti della sensibilità collettiva, anche perché il loro ordinamento
giuridico è basato maggiormente sui precedenti giurisprudenziali e questo li
rende un po’ più al passo con i tempi. Noi ci mettiamo un po’ più di tempo ad
adeguarci, dal punto di vista normativo, alle nuove sensibilità collettive, però
poi abbiamo, per converso, delle codificazioni più strutturate e più
approfondite. Facendo una comparazione devo dire che non siamo messi malissimo
sulle norme che tutelano gli animali, ma ovviamente dobbiamo ancora fare molta
strada per assicurare loro una tutela davvero adeguata.