Intervento all'Alter Expo Canili, Galliera (BO) 2 giugno 2019 |
Non può sfuggire, però, che
la parola “adozione” non è proprio contenuta nel testo originario della
predetta legge-quadro (ed è solo con la modifica dell’art. 4 della L. 281/91
apportata con la L. 244/2007 che per la prima volta si è fatto riferimento alla
necessaria presenza, nei canili sanitari gestiti da privati, di volontari delle
associazioni animaliste e zoofile preposti alla gestione delle adozioni dei
cani) e che le Regioni e poi le amministrazioni comunali, proprietarie dei cani
vaganti sul loro territorio, solo recentemente hanno cominciato a cogliere
l’importanza dell’incentivazione delle politiche finalizzate a favorire le
adozioni dei cani. Insomma, la legge si è essenzialmente occupata di
regolamentare le procedure di ingresso dei cani nei canili, ma non quelle di
uscita, ottenendo come risultato quello di
far diminuire da un lato la presenza di cani randagi per le strade, ma di far
aumentare a dismisura, dall’altro lato, il numero di cani ricoverati nei
rifugi, complici anche le mancate sterilizzazioni, l’assenza di adeguati
controlli e la tendenza di molti gestori privati a non favorire le adozioni per
non perdere le sovvenzioni erogate dai Comuni per ogni cane detenuto in canile.