Lo sterminio di cani e gatti in Ucraina, finalizzato a
fornire un’immagine ‘pulita’ delle città in vista degli Europei di calcio che
si terranno a giugno è un’operazione quotidiana, soprattutto notturna, di avvelenamento
o fucilazione di animali da parte di veri e propri “dog hunter”, cacciatori di
cani, in strada o nei parchi, in cui a rimetterci la vita sono anche i cani di
proprietà che muoiono davanti agli occhi dei propri padroni dopo tremende
sofferenze, come riferiscono le associazioni animaliste locali.
Dopo gli Europei del 1976
tenutisi in quella che allora era la Jugoslavia, quella di quest’estate sarà la
seconda volta in cui l’est europeo (Polonia e Ucraina) avrà l’onore di ospitare
una delle competizioni più importanti a livello internazionale. Un’occasione di
visibilità che questi Paesi, e mi riferisco soprattutto all’Ucraina, stanno
sprecando nella maniera peggiore.
Già prima dell’assegnazione (da
moltissimi anni) era in atto il massacro dei cani randagi, in alcun modo
punito dalla legge ed anzi incentivato (facendo leva su campagne basate sulla
possibile diffusione di rabbia o altre malattie), ma ora il fenomeno è
aumentato in maniera esponenziale, come se si volesse arrivare ad una sorta di
“soluzione finale”, che ha, per l’appunto, l’aspetto di un olocausto (parola
che viene dal greco e vuol dire “bruciato interamente”), con tanto di forni crematori mobili, ideati
allo scopo di bruciare in massa le carcasse dei cani morti o addirittura ancora
in fin di vita. L’associazione Sirius, inoltre, riferisce anche
di fosse comuni in cui
gli animali vengono gettati e ricoperti di cemento. Altro che “montatura” per
screditare il governo ucraino, come dice qualcuno! Ventimila sono finora le
vittime di questo massacro, secondo quanto riferiscono le associazioni
animaliste locali! Ma ci tengo a dire che Andrea Cisternino, delegato OIPA
presente sul posto da multo tempo, assicura che ci sono anche tanti ucraini che
vogliono bene a questi animali, che cercano di curarli e di salvarli. Noi
dobbiamo aiutare queste persone!
L’UEFA, finanziata
dall’Unione Europea, cioè da noi cittadini, nel gennaio scorso, di concerto con
il ministero dell’ambiente ucraino, aveva promesso l’elargizione della cifra cospicua,
destinata alla costruzione di canili, in cui i cani randagi sarebbero stati
sterilizzati. Cifra che, però, sembra essere sparita nel nulla.
Le solite spese di rinnovi e
ristrutturazione di stadi e infrastrutture hanno raggiunto cifre astronomiche,
con denunce varie di sprechi documentate dalle cronache locali, ma neppure una
piccola parte di queste cifre è stata impiegata nella costruzione di qualche
canile.
Ora l’Uefa cerca di prendere le
distanze dallo scandalo della strage di cani e gatti, sostenendo che è stato
fatto tutto il possibile nei confronti delle autorità ucraine (risulta che
siano state spedite un paio di lettere per chiedere di fermare questa strage,
nulla di più) ma allo stesso tempo si complimenta con le autorità ucraine per
l’andamento spedito dei lavori di preparazione.
A ben poco è servito finora il lavoro diplomatico di
pressione sulle autorità locali posto in essere anche dai delegati di Roma Capitale e dall’eurodeputato
Andrea Zanoni, vice presidente dell’Intergruppo Benessere degli Animali al
Parlamento Europeo, che ha inviato una lettera, firmata da 22 eurodeputati, al
Presidente Victor Yanokovych e al Premier ucraino Azarov per chiedere che
cessino immediatamente le atroci uccisioni di randagi in tutta l’Ucraina e che
la gestione di questi ultimi venga attraverso la sterilizzazione e la
costruzione di rifugi.
Zanoni ha
anche presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere che
l’Ue usi tutto il suo peso diplomatico per spingere le autorità ucraine a
fermare queste uccisioni, rifacendosi all’articolo 19 del trattato di Lisbona dove
è scritto che gli animali sono esseri senzienti e tutelati dalla legge
dell’uomo”, e l’Ucraina è membro della Politica di Vicinanza Europea. Ma nulla ha potuto fermare finora la strage in atti.
Vorrei ricordare che lo sport è parte integrante della
cultura di una società e deve essere considerato un mezzo di trasmissione di
valori universali, come il rispetto dei compagni e degli avversari fino ad
attingere un concetto di fratellanza universale che deve riguardare anche gli
animali, che spesso hanno una parte attivita nelle competizioni sportive. E
allora non ha senso gioire per la vittoria della propria squadra, se il prezzo
che si paga per organizzare questo è evento è l’orrore cui stiamo assistendo.
I tifosi e gli amanti dello sport non possono che condividere
quanto sto dicendo. Anche la
curva Nord dell'Inter, durante la sfida tra Inter e
Marsiglia, ha sostenuto con un grande striscione la battaglia degli animalisti
che stanno denuncia il massacro di cani randagi in Ucraina. Durante la partita
di calcio Pescara-Verona, poi, è spuntato uno striscione che pubblicizzava
proprio l’avvenimento di oggi.
E allora siamo qui noi cittadini per
fare sentire il forte il nostro dissenso e chiedere a gran voce alle autorità ucraine di mettere fine a questo
massacro e salvare gli animali che ancora sono scampati alla mattanza. Le autorità
ucraine devono sedersi a un tavolo con gli animalisti. I volontari hanno le
strutture dove ospitare i cani, possono risolvere il problema.
Utilizziamo le armi a nostra
disposizioni: i social netork, il tam tam su internet, ossia i mezzi in cui in
questi tempi si stanno facendo le grandi rivoluzioni. I tifosi italiani espongano
alle finestre striscioni con scritto «stop al massacro in Ucraina», un
modo per dare visibilità al problema e convincere le autorità
ucraine a dialogare con gli animalisti.
Erano
state proprio le proteste della Comunità Europea e delle associazioni animaliste a fermare, qualche mese fa in Romania,
la cosiddetta legge ammazza-cani.
Anche a causa delle forti pressioni, infatti, la corte costituzionale rumena
aveva rispedito al parlamento il provvedimento in cui si prevedeva l’eutanasia
per cani aggressivi, portatori di malattie o pericolosi, dopo appena tre giorni
dalla loro cattura, lasciando molti dubbi d’interpretazione e molta libertà
d’azione.
Fare
silenzio, sedersi di fronte alla tv e tifare per la nostra squadra, infatti,
equivarrebbe ad accettare passivamente l’uccisione di questi poveri, innocenti
animali, che ci riempiono la vita di amore. Facciamo sapere che a queste
condizioni non le vedremo, queste partite.
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