Il film di Alessio Schiazza "Cuori liberi. Fino all'ultimo respiro" è un documentario straordinario, che ripercorre fedelmente quello che è accaduto nel santuario Cuori Liberi e lo fa in modo potente, accostando a immagini crude e dolorose scene di grande tenerezza e anche immagini che ricordano la grande protesta popolare per quello che è accaduto. E' un film che parla di morte ma anche voglia di lottare per un mondo migliore, che è il senso stesso della vita. Insieme a Food for Profit è un altro grande film che scuoterà le coscienze.
Quello che è
successo il 20 settembre scorso a Sairano, presso il Rifugio Cuori
Liberi, rappresenta a tutti gli effetti una pagina nera nella storia d’Italia,
un evento che ha scosso le coscienze anche di tanti cittadini che normalmente
non sarebbero così vicini alla causa animalista. Le immagini che sono arrivate
a tutti dal rifugio, mentre avveniva l’irruzione violenta della polizia e poi
mentre i 9 maiali uccisi venivano buttati via come spazzatura, hanno
sicuramente provocato una grande indignazione soprattutto per le modalità con
cui sono stati svolti i fatti.
Cuori Liberi
è un rifugio antispecista dove vengono ospitati animali salvati dallo
sfruttamento, dalla macellazione e dai maltrattamenti. Questi ultimi, tra
l’altro, spesso affidati all’associazione dalle stesse Istituzioni. Inoltre, mi
preme evidenziare che si tratta di animali NON DPA, ovvero non destinabili alla
produzione di alimenti per nessuna motivazione.
A seguito
dell’infezione di alcuni suini con il virus della Peste Suina Africana, l’ATS
di Pavia ha ordinato l’abbattimento degli animali ancora in vita per evitare il
propagarsi dell’epidemia. Una misura contestata dai responsabili della
struttura e da tutte le associazioni di protezione animale, dato che tale
rischio non sussisteva in quanto erano state messe in atto tutte le misure
di biosicurezza necessarie.
Non solo. Le
associazioni di protezione animale si erano rivolti alla giustizia
amministrativa per chiedere di verificare la legittimità del provvedimento con
cui veniva disposta l’uccisione dei maiali.
Ciò nonostante, le autorità hanno ritenuto di procedere ugualmente
all’esecuzione – incuranti del fatto che fosse ancora pendente un ricorso al
TAR la cui udienza era prevista per il 5 ottobre – ed effettuando un vero e
proprio blitz la mattina del 20 settembre.
Il
dispiegamento di forze messo in campo per procedere con l’esecuzione e la
violenza con cui è avvenuto il tutto è stato sconcertante. Parliamo di
un’irruzione che ha annientato il presidio assolutamente pacifico di resistenza
passiva messo in atto dagli attivisti, usando una forza e una ferocia inaudita,
decisamente non necessarie e che sono state mostrate al mondo intero grazie ai
tanti video che sono stati diffusi in rete. Al termine di quella giornata
terribile e indimenticabile, ben 9 attivisti hanno dovuto ricorrere alle cure
del Pronto Soccorso alla luce dei comportamenti tenuti dagli agenti
intervenuti.
C’è anche da
dire che le associazioni animaliste avevano anche scritto una lettera a tutte
le istituzioni coinvolte facendo notare che la presenza di PSA in un rifugio
poteva rappresentare un’opportunità anziché un problema.
La presenza
di suini positivi al virus ma che non avevano ancora mostrato sintomi poteva
costituire una preziosa occasione per effettuare delle osservazioni sul decorso
della patologia da parte di personale medico veterinario, diretta
all’avanzamento della ricerca scientifica, nonché alla messa a punto di un
protocollo di trattamento.
L’epilogo è
stato invece quello a tutti noto. I maiali presenti nel rifugio sono stati
abbattuti, quindici attivisti sono stati fermati e portati in caserma per
essere identificati. La battaglia continuerà per avere protocolli sanitari
che tengano conto del fatto che i santuari ospitano animali non destinati alla
produzione alimentare e che dunque non sono allevamenti, ferma restando la
necessità di garantire il rispetto di tutte le misure di biosicurezza in caso
di presenza di animali malati.
Poi il 5
ottobre il TAR Milano ha dovuto prendere atto dell’esecuzione del
provvedimento, per cui ha dichiarato cessata la materia del contendere in
ordine alla richiesta di sospensiva, ma noi abbiamo chiesto di andare avanti
con una istanza di risarcimento del danno e abbiamo chiesto al TAR di ordinare
l’esibizione del verbale delle operazioni compiute, visto che non ci era stato
fornito, e solo in questo modo abbiamo appreso che questo verbale non esiste. Evidenzieremo
la gravità di tale carenza all’udienza di merito del 6 dicembre, dato che tutte
le operazioni esecutive svolte da pubblici funzionari devono essere descritte e
verbalizzate. Ciò sottolinea ancora una volta la scarsa trasparenza dell’ATS di
Pavia nello svolgimento delle operazioni e l’illegittimità di tutta questa
vicenda.