mercoledì 4 maggio 2016

Stati generali sul benessere animale - Roma, Ministero della Salute, 13/4/2016

L’evolversi dei rapporti con gli animali porta inevitabilmente con sé l’esigenza di disciplinare in maniera puntuale ciò che prima non aveva ragione di essere regolamentato.
Sono infatti ben 4 italiani su 10 coloro che scelgono di vivere con un animale domestico. Nonostante la crisi, la spesa per gli alimenti per cani e gatti in Italia è salita del 2,1% nel 2014, per un totale di un miliardo e 735 milioni di euro di fatturato. Dunque molta acqua è passata da quando il tema del rapporto uomo/animali domestici era considerato completamente marginale, ed il fatto che, ad esempio, presso l’IZS del Lazio e della Toscana sia stato istituito un Centro di referenza nazionale per la medicina veterinaria forense, una specie di RIS per i crimini contro gli animali, la dice lunga su quanta strada sia stata fatta dalle prime sentenze che, sotto la vigenza della vecchia ipotesi contravvenzionale dell’art. 727 del codice penale, cominciavano a riconoscere agli animali la qualità di “esseri senzienti”, cioè capaci di provare gioia e dolore, e pertanto meritevoli di tutela da parte del nostro ordinamento,  concetti ormai scontati.
Sul piano giuridico, ma anche etico, la frontiera che oggi abbiamo di fronte è quella della soggettività da riconoscere agli animali, i quali, se non sono veri e propri “soggetti di diritto”, non sono neppure semplici “cose”.