giovedì 7 febbraio 2013

Vivere con il cane


Il titolo dell’argomento di questo incontro, “Vivere con il cane”, si presta a mille considerazioni.
Io qui mi trovo nella veste di Responsabile Diritti Animali della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, e la prima considerazione che mi viene in mente è che non è un caso che, cinquanta anni fa, si sia sentito il bisogno di creare un’associazione a difesa di quest’animale. Ce ne sono tante di associazioni che si occupano di difesa degli animali, addirittura l’ENPA, l’Ente Nazionale Protezione Animali, è stata fondata da Giuseppe Garibaldi. Ma l’esigenza di creare un’associazione che si occupasse prevalentemente della tutela del cane, del suo mondo, si è fatta sentire forte, ed era fondata: oggi, a distanza di oltre cinquant’anni, sono tante le attività che svolgiamo, non solo sul fronte legale, ma anche su quello culturale: perché, se da un lato il cane è stato addomesticato dall’uomo (con un processo durato decine di migliaia di anni), anche noi uomini, come dice Roberto Marchesini, siamo stati addomesticati dal lupo. Ci siamo evoluti insieme, ci siamo scambiati informazioni.
Questo stretto rapporto di affetto è confermato dal rinvenimento di scheletri di cani, accanto a quello dei padroni, nelle dimore funerarie egiziane, nelle tombe etrusche, e perfino nelle grotte preistoriche.
Per secoli il cane, dunque, ha rivestito un ruolo importante per l’uomo, affiancandolo nelle sue attività (caccia, pastorizia, lavoro). E’ poi stata la rivoluzione industriale a determinare un grande cambiamento, perché i cani sono diventati soprattutto animali da compagnia, sono entrati nelle nostre case, e questo ha reso il rapporto con gli uomini, per certi versi, ancora più profondo e ci ha spinto a cercare di capire sempre meglio il loro linguaggio. Quest’ultimo, infatti, sfrutta posture che non devono essere fraintese, altrimenti si generano non solo incomprensioni, ma anche situazioni di pericolo.
Quando noi salutiamo qualcuno, ad esempio, ci avviciniamo frontalmente, tendendo la mano in avanti ed aprendo il palmo (gesto atavico che vuol dire che siamo disarmati), mentre questo gesto può essere interpretato come segno aggressivo da parte di un cane.
Anche l’abbraccio, che da un punto di vista umano è un gesto di affetto, può essere tradotto da un cane come un gesto di dominanza, come tante volte ci ha spiegato Roberto Marchesini.
Il cane, ad ogni modo, è entrato nelle nostre vite come nessun altro animale è stato in grado di fare, e per certi versi costituisce addirittura un modello, per la sua capacità di fare squadra, di non essere individualista, di anteporre la salvaguardia del gruppo alla sua stessa vita.
E forse è proprio questa sua caratteristica che rende il cane un animale speciale. Qualche giorno fa sono andato in tribunale per difendere una persona arrestato per aver sparato dei colpi di fucile contro la macchina di un parente, sospettato di avergli avvelenato il cane. La cosa bella è che il Pubblico Ministero mi ha preceduto per evidenziare al Giudice che il mio assistito aveva agito d’impulso, in uno stato d’ira – come diciamo noi avvocati – perché il suo cane era stato avvelenato, e che questa circostanza andava comunque presa in considerazioni ai fini della pena da irrogare.
La settimana scorsa, invece, mi è capitata un’altra cosa: sono andato in Tribunale per difendere una persona accusata di furto di cane. In pratica, aveva deciso di togliere dalla strada un cane che sapeva essere di proprietà di una persona, che però non lo curava, per cui il cane veniva lasciato libero di girovagare in cerca di cibo. Dopo la sottrazione del cane, però, il proprietario aveva deciso di denunciare la mia cliente. Prima dell’udienza io avevo stilato un lungo elenco di testimoni per indicare quali erano le condizioni del cane al momento in cui la signora lo aveva preso, così il derubato – diciamo così – alla prima udienza ha rinunciato all’azione, rimettendo la querela.
A questo punto, il Giudice non ha potuto fare altro che dichiarare il reato improcedibile. Però, mentre stavamo uscendo dall’aula, il giudice, ci ha fermato e ci ha detto:  “Ah una cosa: ma il cane adesso come sta?”.
Ecco, questo interessamento, che emerge anche da queste piccole cose che accadono nelle aule di giustizia, dice tutto su quanto ci arricchisce la compagnia di un cane.
Tanti scrittori e poeti, poi, hanno cantato le lodi del cane, da Dickens a Kipling, da Baudelaire ad Hugo. E poi Thomas Mann, Bulgakov, Rilke o grandi autori del passato da Omero a Jack London. Su tutti vorrei citare Milan Kundera. Nell'epilogo del suo libero più famoso, l’Insostenibile leggerezza dell’essere, mi sono commosso, e ho rischiato di perdere la fermata del treno su cui stavo viaggiando, nel vedere l'amore dei due protagonisti, Tomas e Tereza per il loro cane che era in punto di morte. L’amore per il loro cane era, in realtà, una metafora del loro stesso amore. Così come nella canzone “Quattro cani per strada” di Francesco De Gregori, uno dei massimi poeti viventi (che ha riempito di cani tante canzoni), la condizione dei cani è una metafora di quella umana.
Nella letteratura, infatti, scrivere sul cane è spesso un modo di parlare dei problemi umani. Forse ciò sarà dovuto anche al fatto che gli studi zooantropologici hanno reso evanescente il confine tra il “nostro” mondo ed il “loro”. Nel libro Storie di animali e di altri viventi, Asor Rosa fa dire Cana narratrice: «Quel che io porto agli umani non è l’essere simili a loro: è piuttosto la zona d’ombra in cui non c’è né umano né animale, bensì le due cose confuse insieme». Questa frase non può non ricordare le ultime parole della bellissime poesia di Pablo Neruda, “Ode al Cane”, in cui racconta una passeggiata fatta col sua amico nella campagna cilena, tra i profumi delle arance, e che si conclude parlando della “gioia di essere cane e di essere uomo tramutata in un solo animale che cammina muovendo sei zampe e una coda intrisa di rugiada”.
Parole che mi sembrano il miglior modo per concludere questo mio intervento.
Appendice
Ecco alcuni testi delle canzoni di Francesco De Gregori dove i cani diventano protagonisti, oppure sono evocati per descrivere particolari stati d’animo.

Album: Alice non lo sa (1973)

Buona notte fratello

E adesso guarda ho rotto il mio orologio
e ho costruito la mia stanza a specchi
e cullo il mio suicidio come un bimbo
che aspetta il giorno che verrà Natale
e non invidio la tua casa bianca,
dove resisterai fino a cent'anni,
per finire su un letto di granito,
con il conforto della tua coscienza,
la mani nette e il cuore di cristallo
e i cani abbaieranno a mezzavoce.

Album: Rimmel (1975)

Quattro cani

Quattro cani per strada.
Il primo è un cane di guerra
e nella bocca ossi non ha e nemmeno violenza.
Vive addosso ai muri e non parla mai,
vive addosso ai muri e non parla mai.
Il secondo è un bastardo che conosce la fame e la tranquillità
ed il piede dell'uomo e la strada.
Ogni
volta che muore gli rinasce la coda.
E
il terzo è una cagna, quasi sempre si nega,
qualche volta si dà e semina i figli nel mondo.
Perchè è del mondo che sono figli, i figli.

Quattro cani per strada
e la strada è già piazza e la sera è già notte.
Se ci fosse la luna, se ci fosse la luna si potrebbe cantare.
Il quarto ha un padrone,
non sa dove andare, comunque ci va,
va dietro ai fratelli e si fida.
Ogni tanto si ferma a annusare la vita, la vita.
Quattro
cani per strada e la strada
è già piazza e la sera è già notte.
Se ci fosse la luna,
se ci fosse la luna si potrebbe cantare.
Si potrebbe cantare.


Album: Bufalo Bill (1976)

L’uccisione di Babbo Natale

Infatti arriva Babbo Natale,
carico di ferro e carbone,
il figlio del figlio dei fiori lo uccide
con un coltello e con un bastone.
E Dolly gli pulisce le mani con una fetta di pane,
le nuvole passano dietro la luna
e da lontano sta abbaiando un cane.

Album: De Gregori (1978)

L’impiccato

Figlio di buona donna, pure ladro,
con un sorriso tutto denti di cane

La campana

La campana ha suonato tutto il giorno,
là dove i cani hanno abbaiato, ho pianto lacrime
fino all'osso, lacrime d'osso sul selciato.

Due zingari

Ecco stasera mi piace così
con queste stelle appiccicate al cielo
la lama del coltello nascosta nello stivale
e il tuo sorriso, trentadue perle,
così disse il ragazzo, nella mia vita non ho mai avuto fame
e non ricordo sete di acqua o di vino
ho sempre corso libero, felice come un cane.

Album: La donna cannone (1983)

Canta canta

Come un cane nella pioggia felice,
per le strade di quasi Natale,
freddo quel tanto che basta, nessuno da salutare.

Scacchi e tarocchi (1985)

Venivano da lontano, avevano occhi e cani,
avevano stellette, e paura.
Erano tre, erano quattro, erano più di ventiquattro,
erano il sale della terra.
Erano il fuoco e la guerra, erano il segno della croce,
erano cani senza voce, erano denti.


Piccoli dolori

Scusate se ho fretta, ma devo scappare,
ho dei cani alla testa, stanno per abbaiare.

Album: Terra di nessuno (1987)

Mimì

Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti,
e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti,
che se provano noia o tristezza o dolore o amore non so.

Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare,
come la lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male,
e nessuno ti vede, e nessuno ti vuole per quello che sei.
Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare,
sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare",
il tuo amore è un segreto, il tuo cuore è un divieto,
personale al completo, e va bene così.

Album: Miramare 19.4.1989 (1989)

Lettera da un cosmodromo messicano

Il bosco piano piano, si riprende le case.
Sono immobili gli aeroplani,
negli aeroporti sotto la luna.
Ammutoliscono
i cani,
per la groppa delle montagne,
sono disperse le greggi,
abbandonati i pastori.

Album: canzoni d’amore (1992)

Viaggi & Miraggi

E andiamo a Genova coi suoi svincoli musicali,
o a Firenze coi suoi turisti internazionali,
oppure a Roma che sembra una cagna in mezzo ai maiali,
o a Bologna coi suoi orchestrali.

Povero me

Cammino come un marziano, come un malato,
come un mascalzone, per le strade di Roma.
Vedo passare persone e cani e pretoriani con la sirena.


Album: Prendere e lasciare (1996)

Battere e levare

Lo vedi tu com'è... bisogna fare e disfare.
Continuamente e malamente e con amore, battere e levare.
Stasera guardo questa strada e non lo so dove mi tocca andare.
Lo vedi, siamo come cani. Senza collare.

Lo vedi tu com'è... come si deve fare.
Precisamente e solamente, battere e levare.
Vedo cadere questa stella e non so più cosa desiderare.
Lo vedi, siamo come cani. Di fronte al mare.

Album: Amore nel pomeriggio (2001)

Canzone per l’estate

Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva
Con tua figlia che provava il suo vestito nuovo e sorrideva
Con la radio che ronzava per il mondo cose strane
E il respiro del tuo cane che dormiva

Natale di seconda mano

E oggi parlano i cani per sentirsi più buoni
Intorno al nostro fuoco cantano canzoni

Condannato a morte

Da qualche parte dicono che vive bene,
anche se gli fa paura ogni rumore
Una foglia che cade, una faccia che vede,
una notte che ha sentito abbaiare il suo cane

Album: Calypsos (2006)

La linea della vita

Ci sono amori che non si ricordano
e baci che non si dimenticano,
persone che passano e non si salutano e sputano,
e cani bianchi che a volte ritornano.



La casa

Costruisco questa casa
senza ferro né cemento,
costruisco questa casa,
senza tetto e pavimento,
costruisco questa casa,
senza tetto e fondamento.
E ci faccio quattro porte,
per i punti cardinali
che ci possa entrare il cane,
che ci possa entrare il cane,
quando sente i temporali,
quando cambia la stagione

Album
: Per brevità chiamato artista (2008)

Per brevità chiamato artista

Come un gatto dentro a un canile
Come un ladro tra i truffatori
Martire da palcoscenico e vittima d’aprile che macina i cuori
Che calcola i cani
E dà la buonanotte ai fiori

Altre canzoni

Non basta saper cantare

Da quest'angolo di finestra si vede un pezzo di strada
un esercito ritorna a casa sotto la pioggia ghiacciata
in una terra spaccata e ferita sotto a un cielo di lava
ci sono cani affamati che girano e gente nuda che scava

Gigolò
Solo un gigolo'
Un pupazzo nella neve
In mezzo a un campo nella notte
Un passero sul filo
Di un pensiero che si siede
Un pesce innamorato della rete
Un cane e un emigrato
Un uomo mai chiamato
Seduto
sul portone di una chiesa
Cosa fai
Dove vai
Io son sempre stato qua
Nel fondo della notte