venerdì 12 ottobre 2012

Salviamo gli alberi di viale Nettuno


Oltre un secolo fa l’americano John Muir, uno dei pionieri dell’ambientalismo conservazionista, poi diffusosi in tutto il mondo, affermava che «qualsiasi sciocco è capace di distruggere gli alberi». Tuttavia sono ancora pochi coloro che si preoccupano di custodire e salvare gli alberi dagli abbattimenti. E spesso sono gli amministratori delle città a non dare il buon esempio. Solo negli ultimi tempi, sono nati comitati contro gli abbattimenti degli alberi decisi a La Spezia (per salvare gli alberi della Cernaia), a San Lazzaro di Savena, a Mercato San Severino (Salerno), a Pordenone, a Domodossola.
Anche a Francavilla l’amministrazione sta per deliberare definitivamente l’abbattimento di tutti gli alberi del marciapiede lato mare del viale Nettuno, dalla Stazione alla Sirena, per cui anche qui è stato costituito un comitato “contro il taglio dei tigli”, sostenuto dall’associazione Buendìa, Italia Nostra, Legambiente, CONALPA, SEL e Uniti a Sinistra.
La motivazione della scelta del Sindaco è sotto gli occhi di tutti: i marciapiedi sono dissestati dall’impulso delle radici a cercare ossigeno, i cittadini inciampano e chiedono i danni al Comune, il quale peraltro non ha i soldi per pagare. Anche le foglie che imbrattano i marciapiedi in autunno sembrano acuire l’insofferenza di molti cittadini, che a questo punto non troverebbero neanche biasimevole la decisione dell’amministrazione comunale.
Eppure il viale Nettuno, proprio per i suoi tigli lussureggianti, è uno dei luoghi più belli di Francavilla, ed è una testimonianza di come sia ancora bella e vivibile la nostra città, nonostante la deturpazione urbanistica che ha caratterizzato la sua ricostruzione dopo la guerra.
I tigli, poi, sono proprio gli alberi che i moderni urbanisti utilizzano per creare le “città giardino” e per fornire alle nostre cittadine, piene di strade e palazzi, delle oasi di “biocompensazione”. Infatti tali alberi hanno un’incredibile capacità di riduzione delle polveri sottili determinate dal traffico, e ci proteggono dai raggi del sole e anche dai rumori, con le loro grandi chiome fonoassorbenti.
La domanda che sorge spontanea, allora, è la seguente: come mai si piantano i tigli per creare le “città giardino”, se poi questi alberi sono così ingestibili? La domanda, tuttavia, è mal posta, perché gli alberi sono organismi viventi, che vanno trattati con le dovute attenzioni. Se si pretende di farli vivere sotto un manto di cemento, lasciando a loro disposizione come spazio vitale una piccola aiuola di un metro quadrato, è inevitabile che si vengano a creare dei problemi.
La soluzione a tali problemi non è dunque l’eliminazione dell’albero, bensì la corretta manutenzione dello stesso.
Si può fare un esempio banale, senza andare troppo lontano, anzi, rimanendo proprio sul viale Nettuno. I tigli che si trovano sul lato opposto a quello oggetto dell’imminente intervento non presentano alcuna problematicità. Alcuni anni fa, quando l’amministrazione Angelucci aveva pensato di rendere il viale Nettuno a doppio senso di marcia, e aveva allargato la carreggiata, erano stati eliminati i marciapiedi attorno agli alberi, che ora si trovano proprio sulla carreggiata, con una semplice operazione di “abbassamento” delle radici, cioè di taglio delle radici superficiali. Da allora l’asfalto non è stato soggetto a rotture da parte delle radici. E’ bastata dunque una semplice operazione.
Dall’altro lato della strada, dove invece gli alberi rompono i marciapiedi, il problema si può risolvere con altrettanta semplicità. Esistono oggi, infatti, molti altri rimedi non invasivi per contenere le radici, ed esistono molte aziende specializzate che, utilizzando delle tecniche innovative di ancoraggio delle radici con apposite ingabbiature, permettono a quest’ultime di non sentirsi soffocate e di farle sviluppare senza creare danni.
Non si tratta di sogni utopistici, ma di realtà concrete. Il comitato per salvare i tigli ha contattato una di queste aziende, chiedendo una stima dei costi per effettuare tali lavori. Più o meno, con circa diecimila euro, si potrebbe intervenire su tutti gli alberi bisognosi di interventi.
Sappiamo che i lavori preventivati dal comune ammontano a circa quattrocentomila euro, e prevedono l’abbattimento di tutti i tigli del lato est del viale Nettuno dalla Stazione alla Sirena ed il rifacimento dei marciapiedi, con ripiantumazione di lecci.
La soluzione che proponiamo è certamente più vantaggiosa economicamente, posto che si tratterebbe di intervenire selettivamente solo su determinati alberi e solo sui tratti di marciapiedi bisognosi di risistemazione.
Peraltro bisogna sottolineare che i lecci sono alberi di prima grandezza, come i tigli. Tra quarant’anni, se i lecci riusciranno a sopravvivere, daranno gli stessi problemi dei tigli. Dunque sfugge anche la logica che dovrebbe essere sottesa all’azione dell’amministrazione, posto che vantarsi di aver sistemato i marciapiedi sapendo che in un futuro non troppo lontano la città tornerà ad avere gli stessi problemi appartiene a logiche elettoralistiche che si spera siano definitivamente superate. Diciamo “se riusciranno a sopravvivere” perché i botanici da noi interpellati prevedono grandi difficoltà di attecchimento dei nuovi alberi, i quali, ovunque dovessero essere posizionati, si troverebbero a fare i conti con le radici dei tigli, che certamente non potranno essere completamente estirpate (vista la loro estensione). Per cui, anche sotto tale aspetto, la scelta dell’amministrazione desta molta preoccupazione. Non ci vorremmo ritrovare nel futuro un viale Nettuno completamente spoglio d’inverno e rovente d’estate.
Ovviamente questo non vuol dire che gli alberi non possano essere in alcun caso abbattuti. Se tale intervento è inevitabile per la pericolosità (come per il pino di piazza Sirena) o perché gli alberi sono in cattivo stato (ce ne sono davvero pochi), si possono sostituire i tigli con altri alberi, magari non di prima grandezza (come l’ibisco o il prunus). Ma, per il resto, si potrebbe intervenire con le ingabbiature di cui ho parlato sopra, provvedendo contestualmente al rifacimento dei marciapiedi.
Ciò consentirebbe di non snaturare l’assetto che ormai ha assunto il viale Nettuno e l’aspetto dell’intero centro cittadino.
Insomma, è evidente che il problema dei marciapiedi debba essere risolto, a tutela del decoro della città e soprattutto dell’incolumità dei cittadini e di chiunque si trova a camminarvi sopra. Ma la soluzione drastica dei “tagli lineari” di tutti i tigli di quel tratto di viale appare davvero affrettata ed ingiustificata.
Quella che proponiamo, come comitato, è certamente la soluzione migliore sia dal punto di vista estetico (per la salvaguardia dell’immagine della città), sia dal punto di vista ambientale (per la purificazione dell’aria che i tigli cinquantenari possono garantire), sanitario (per la prevenzione di malattie respiratorie causate dalle polveri sottili) ed economico (per l’effettuazione dei soli interventi selettivi). Peraltro, sotto quest’ultimo aspetto, non può sottacersi che anche gli alberi hanno un loro valore commerciale, e gli alberi in questione costituiscono un patrimonio arboreo cittadino che è un bene di tutti. Quando a Pescara sono state effettuate le pavimentazioni a raso e sono state sostituite le alberature, la cosa è stata portata in consiglio comunale. Si deve dare ai cittadini, anche per il tramite dei loro rappresentanti, la possibilità di far sentire la propria voce su un intervento che solo eufemisticamente può definirsi di “manutenzione straordinaria”.
Con la gestione controllata delle radici, mediante le ingabbiature di nuova generazione che proponiamo, possiamo consentire alla nostra città di superare i problemi di dissesto dei marciapiedi rimanendo una città a misura d’uomo e del suo diritto a vivere in un luogo bello e sano dal punto di vista naturalistico e ambientale. Gli alberi non a torto vengono definiti “uno dei più grandi successi della natura” e laddove possibile, come nel nostro caso, vanno salvaguardati come atto di rispetto e di generosità verso coloro che verranno dopo di noi.