domenica 5 aprile 2020

Il ruolo delle associazioni e la costituzione nel giudizio penale degli enti protezionistici - Estratto dagli atti del convegno del 17/2/20 - Aula Magna Ca' Dolfin, Venezia


(pubblicato sul Bollettino n. 1/2020 speciale della Camera Penale Veneziana)

Grazie, Monica. Ringrazio la Camera Penale Veneziana, l’Ordine degli Avvocati di Venezia e tutti quelli che hanno organizzato questo interessante convegno.
Per me è veramente un privilegio essere qui e lo dico non come frase di circostanza, perché gli argomenti di cui ci stiamo occupando mi hanno sempre interessato sin dai tempi dei miei studi universitari. Io mi sono laureato con una tesi sui diritti degli animali negli anni Novanta, quando non era così facile poter parlare di questi argomenti, anzi, all’epoca era certamente considerata come stravagante una tesi di quel genere. Poi ho continuato, sia come attivista e sia come Avvocato, ad occuparmi di queste tematiche e da una decina d’anni a questa parte sono il coordinatore dell’Ufficio Legale Nazionale della Lega per la Difesa del Cane. Seguiamo tutti i giorni casi come quelli di cui abbiamo sinora parlato, anzi, rispondo alla collega che voleva sapere che fine avesse fatto quel processo sull’uccisione dei 750 topolini in un istituto di ricerca abruzzese, che è uno di quelli che stiamo seguendo: la discussione ci sarà questo giovedì. Il processo si sta svolgendo davanti al Tribunale di Lanciano e il Giudice lo sta istruendo con grandissima attenzione. E’ entrato nel dettaglio di ogni questione, ha convocato ai sensi dell’articolo 507 c.p.p. anche alcuni stabularisti per cercare di capire in concreto chi avesse dato l’ordine di soppressione di questi 750 topi. Si è evidenziato in quel processo come in altri istituti di ricerca viene seguita la prassi, che poi è prevista dalle normative di settore, di cercare una ricollocazione per gli animali che non vengono utilizzati negli esperimenti, e questa prassi non era stata seguita. L’unica preoccupazione è sembrata essere quella di tipo economico. Quindi confidiamo anche in una sentenza di condanna.
E’ un osservatorio importante quello che abbiamo noi, perché, con un’associazione che ha cento sedi in Italia, riceviamo ogni giorno segnalazioni di fatti gravi che riguardano abusi sugli animali. Facciamo le nostre denunce e successivamente ci costituiamo parte civile nei processi. Ma non è solo questa la nostra attività. Questa attiene a quello che posso definire un po’ il lato patologico del nostro lavoro, e cioè quello che dobbiamo svolgere quando purtroppo non siamo riusciti, nonostante le tante iniziative che poniamo in campo tutti i giorni, ad arginare fenomeni di violenza contro gli animali. Credo che questi argomenti avranno sempre maggiore attenzione perché, seguendo casi di questo tipo ogni giorno, vedo che la sensibilità nei confronti degli animali è sempre maggiore. Non escludo che si arrivi anche a una vera e propria codificazione organica sul diritto degli animali, cioè ad un codice che metta insieme le varie norme, che oggi sono sparse nell’ordinamento civile, penale, amministrativo, e che se ne faccia addirittura anche materia di insegnamento universitario. E’ successo in realtà anche in altri settori: il diritto della navigazione non esisteva come materia di insegnamento fino alla metà del secolo scorso. Poi, con l’intensificarsi dei traffici commerciali, il giurista Antonio Scialoja ha avuto l’intuizione di unire le varie norme, penali, amministrative, civilistiche, che erano sparse nell’ordinamento e che riguardavano il diritto della navigazione, e il suo lavoro ha poi portato alla formazione del “Codice della Navigazione”. Da lì è nata anche la relativa materia di insegnamento universitario.
Peraltro, ad Harvard già si insegna animal law. I Paesi anglosassoni hanno una maggiore facilità ad adattarsi ai mutamenti della sensibilità collettiva, anche perché il loro ordinamento giuridico è basato maggiormente sui precedenti giurisprudenziali e questo li rende un po’ più al passo con i tempi. Noi ci mettiamo un po’ più di tempo ad adeguarci, dal punto di vista normativo, alle nuove sensibilità collettive, però poi abbiamo, per converso, delle codificazioni più strutturate e più approfondite. Facendo una comparazione devo dire che non siamo messi malissimo sulle norme che tutelano gli animali, ma ovviamente dobbiamo ancora fare molta strada per assicurare loro una tutela davvero adeguata.