domenica 6 maggio 2012

"Il calcio fermi la strage dei randagi in Ucraina", Roma, piazza del Pantheon, 5 maggio 2012


Lo sterminio di cani e gatti in Ucraina, finalizzato a fornire un’immagine ‘pulita’ delle città in vista degli Europei di calcio che si terranno a giugno è un’operazione quotidiana, soprattutto notturna, di avvelenamento o fucilazione di animali da parte di veri e propri “dog hunter”, cacciatori di cani, in strada o nei parchi, in cui a rimetterci la vita sono anche i cani di proprietà che muoiono davanti agli occhi dei propri padroni dopo tremende sofferenze, come riferiscono le associazioni animaliste locali.
Dopo gli Europei del 1976 tenutisi in quella che allora era la Jugoslavia, quella di quest’estate sarà la seconda volta in cui l’est europeo (Polonia e Ucraina) avrà l’onore di ospitare una delle competizioni più importanti a livello internazionale. Un’occasione di visibilità che questi Paesi, e mi riferisco soprattutto all’Ucraina, stanno sprecando nella maniera peggiore.

Già prima dell’assegnazione (da moltissimi anni) era in atto il massacro dei cani randagi, in alcun modo punito dalla legge ed anzi incentivato (facendo leva su campagne basate sulla possibile diffusione di rabbia o altre malattie), ma ora il fenomeno è aumentato in maniera esponenziale, come se si volesse arrivare ad una sorta di “soluzione finale”, che ha, per l’appunto, l’aspetto di un olocausto (parola che viene dal greco e vuol dire “bruciato interamente”), con tanto di forni crematori mobili, ideati allo scopo di bruciare in massa le carcasse dei cani morti o addirittura ancora in fin di vita. L’associazione Sirius, inoltre, riferisce anche di fosse comuni in cui gli animali vengono gettati e ricoperti di cemento. Altro che “montatura” per screditare il governo ucraino, come dice qualcuno! Ventimila sono finora le vittime di questo massacro, secondo quanto riferiscono le associazioni animaliste locali! Ma ci tengo a dire che Andrea Cisternino, delegato OIPA presente sul posto da multo tempo, assicura che ci sono anche tanti ucraini che vogliono bene a questi animali, che cercano di curarli e di salvarli. Noi dobbiamo aiutare queste persone!

L’UEFA, finanziata dall’Unione Europea, cioè da noi cittadini, nel gennaio scorso, di concerto con il ministero dell’ambiente ucraino, aveva promesso l’elargizione della cifra cospicua, destinata alla costruzione di canili, in cui i cani randagi sarebbero stati sterilizzati. Cifra che, però, sembra essere sparita nel nulla.
Le solite spese di rinnovi e ristrutturazione di stadi e infrastrutture hanno raggiunto cifre astronomiche, con denunce varie di sprechi documentate dalle cronache locali, ma neppure una piccola parte di queste cifre è stata impiegata nella costruzione di qualche canile.
Ora l’Uefa cerca di prendere le distanze dallo scandalo della strage di cani e gatti, sostenendo che è stato fatto tutto il possibile nei confronti delle autorità ucraine (risulta che siano state spedite un paio di lettere per chiedere di fermare questa strage, nulla di più) ma allo stesso tempo si complimenta con le autorità ucraine per l’andamento spedito dei lavori di preparazione.

A ben poco è servito finora il lavoro diplomatico di pressione sulle autorità locali posto in essere anche dai delegati di Roma Capitale e dall’eurodeputato Andrea Zanoni, vice presidente dell’Intergruppo Benessere degli Animali al Parlamento Europeo, che ha inviato una lettera, firmata da 22 eurodeputati, al Presidente Victor Yanokovych e al Premier ucraino Azarov per chiedere che cessino immediatamente le atroci uccisioni di randagi in tutta l’Ucraina e che la gestione di questi ultimi venga attraverso la sterilizzazione e la costruzione di rifugi. 

Zanoni ha anche presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere che l’Ue usi tutto il suo peso diplomatico per spingere le autorità ucraine a fermare queste uccisioni, rifacendosi all’articolo 19 del trattato di Lisbona dove è scritto che gli animali sono esseri senzienti e tutelati dalla legge dell’uomo”, e l’Ucraina è membro della Politica di Vicinanza Europea. Ma nulla ha potuto fermare finora la strage in atti.

Vorrei ricordare che lo sport è parte integrante della cultura di una società e deve essere considerato un mezzo di trasmissione di valori universali, come il rispetto dei compagni e degli avversari fino ad attingere un concetto di fratellanza universale che deve riguardare anche gli animali, che spesso hanno una parte attivita nelle competizioni sportive. E allora non ha senso gioire per la vittoria della propria squadra, se il prezzo che si paga per organizzare questo è evento è l’orrore cui stiamo assistendo.

I tifosi e gli amanti dello sport non possono che condividere quanto sto dicendo. Anche la curva Nord dell'Inter, durante la sfida tra Inter e Marsiglia, ha sostenuto con un grande striscione la battaglia degli animalisti che stanno denuncia il massacro di cani randagi in Ucraina. Durante la partita di calcio Pescara-Verona, poi, è spuntato uno striscione che pubblicizzava proprio l’avvenimento di oggi.

E allora siamo qui noi cittadini per fare sentire il forte il nostro dissenso e chiedere a gran voce alle autorità ucraine di mettere fine a questo massacro e salvare gli animali che ancora sono scampati alla mattanza. Le autorità ucraine devono sedersi a un tavolo con gli animalisti. I volontari hanno le strutture dove ospitare i cani, possono risolvere il problema.
Utilizziamo le armi a nostra disposizioni: i social netork, il tam tam su internet, ossia i mezzi in cui in questi tempi si stanno facendo le grandi rivoluzioni. I tifosi italiani espongano alle finestre striscioni con scritto «stop al massacro in Ucraina», un  modo per dare visibilità al problema e convincere le autorità ucraine a dialogare con gli animalisti.

Erano state proprio le proteste della Comunità Europea e delle associazioni animaliste a fermare, qualche mese fa in Romania, la cosiddetta legge ammazza-cani. Anche a causa delle forti pressioni, infatti, la corte costituzionale rumena aveva rispedito al parlamento il provvedimento in cui si prevedeva l’eutanasia per cani aggressivi, portatori di malattie o pericolosi, dopo appena tre giorni dalla loro cattura, lasciando molti dubbi d’interpretazione e molta libertà d’azione.

Fare silenzio, sedersi di fronte alla tv e tifare per la nostra squadra, infatti, equivarrebbe ad accettare passivamente l’uccisione di questi poveri, innocenti animali, che ci riempiono la vita di amore. Facciamo sapere che a queste condizioni non le vedremo, queste partite.